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La mia Itaca - Tonino Zorzi

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Descrizione

Ho avuto successo come allenatore perché ho sempre scelto assistenti migliori di me, sia in alcune parti tattiche sia nelle didattiche del basket. Tonino Zorzi è stata l'ultima scelta nella mia lunga carriera di coach. E non mi sono sbagliato.

Abbiamo formato una coppia ben affiatata passando dai "dolorosi" Campionati del Mondo in Argentina alla soddisfazione dei Campionati Europei di Roma 1991.

Ricordo chiaramente quando da giocatori eravamo avversari in campo, io con Milano e Tonino a Varese. Talvolta Zorzi ci ha fatto soffrire per quel suo tiro un po' lento nell’esecuzione, ma micidiale nella realizzazione. Nello spogliatoio di Varese coach Rubini raccomandava: "Attenzione al goriziano che segna anche da metà campo”. E diretto a me: "Mettigli le mani addosso". E toccava quasi sempre a me.... mettergli le mani addosso con risultati difensivi non sempre brillanti.

A 27 anni Zorzi decise a sorpresa di lasciare il parquet per sedersi in panchina. Una forma di masochismo, ma Zorzi aveva sempre pensato che in futuro avrebbe fatto il coach perché amava insegnare come dovesse essere giocato il basket. Grande maestro mai stanco di correggere, dimostrare, stimolare, motivare i giocatori giovani o maturi che fossero. Si divertiva a stare ore sul campo con giovani e anche giocatori esperti trovando sempre qualcosa di diverso e nuovo da aggiungere al loro arsenale tecnico. Abbiamo passato giorni a discutere sul potenziale dei giocatori d'oggi. La conclusione era che tra i giocatori ci sono formidabili potenti atleti, ma poveri di tecnica individuale e versatilità. E che la specializzazione è molto diffusa.

È il padre putativo di tecnici esperti e di successo del basket moderno come Frank Vitucci, Attilio Caja, Roberto di Lorenzo e Gaetano Gebbia tra i molti. Come compagno di ventura ricordo i Campionati del Mondo in Argentina. Con il nostro nono posto perdendo solo una partita su 14. Eravamo velenosi perché il Brasile aveva perso un incontro intenzionalmente (biscotto) perché pensavano fosse meglio che l'Italia andasse a giocare il torneo di consolazione. Tonino ed io passammo lunghe ore davanti alla TV a Salta, Nord Argentina, sempre imprecando nel vedere le partite del girone finale. Vincemmo il torneo di consolazione imbattuti, e non ci consolammo neppure battendo ferocemente la Spagna. Provammo la soddisfazione più grande agli Europei di Roma quando Tonino Zorzi gettò sul campo tutto il suo saper cestistico in una partita contro la Grecia: alla fine del primo tempo perdevamo di 15 punti. Decisione nello spogliatoio: zona pressing tutto campo con Tonino che disegnava alla lavagna i punti critici della nostra difesa. Vincemmo la partita e arrivammo secondi dietro la Jugoslavia che giocava per l'ultima volta come nazione unica.

Sull'immancabile taccuino Zorzi prendeva nota di attacchi, difese, situazioni speciali degli avversari ed anche della nostra squadra (Nazionale). Tanti aiuti essenziali affinché l'head coach avesse tutto chiaro. Grazie a Zorzi credo di aver ridotto di molto il numero dei miei errori.

Bravo Zorzi, come sempre hai ancora idee brillanti.

Un abbraccio di amicizia e stima.

Alessandro “Sandro” Gamba

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