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Parto col dire che al netto del piacere e della sorpresa iniziale della richiesta fattami da Fra, per me è un grosso onore non solo scrivere queste righe ma in qualche modo celebrare l’ennesimo traguardo raggiunto (o più probabilmente l’ennesima partenza) nei ns percorsi.
Ci siamo visti, sfidati, attaccati, affrontati su campi e campetti negli anni in cui il gioco era naturalmente al centro delle ns vite e poi confrontati, supportati, reciprocamente spalleggiati e coinvolti ora che, altrettanto naturalmente, il gioco è diventato il fulcro umano e professionale delle ns vite.
Io e Francesco abbiamo due vite molto molto impegnate nel senso più puro del termine ... in quanto abbiamo letteralmente un impegno quotidiano nei confronti dei team/progetti/persone e communities con e in cui lavoriamo... in questo un po’ siamo stati fortunati ma molto ce lo siamo costruiti e presi negli ultimi decenni ... questi impegni infatti non sono il classico “ingombro nell’agenda” ma diciamo più che l’agenda ci ricorda tutto il resto visto che l’elucubrazione/missione/vocazione sul come sviluppare, impattare, evolvere il contesto in cui siamo inseriti sono una sorta di ossessione comune … nell’accezione più positiva del termine.
Su un campo da basket il bello si legge tra le righe e con questo spirito vi invito a leggere questo estratto di esperienze, vita e suggerimenti comunemente definito libro.
Mi auguro dunque che non lo approcciate con la chiusa etichetta “di pallacanestro” o “da allenatori” (fareste meglio a non leggerlo… perdereste il vs tempo e quello degli scrittori), il pensiero e la riflessione che ne emergono, infatti, son tutt’altro che rinchiusi nei confini del basket ma stimolano una profonda analisi psicologica e sociale molto utile, intensa e ricca di spunti utili per la figura a 360 gradi di educatore (coach, professore, genitore o altro che sia).
Le riflessioni sono profondamente collocate all’interno dello spazio socio/temporale attuale e quindi in tutto e per tutto contemporaneo ... e proprio utile in quanto tale ...
Io ho adorato il riscontro scientifico/psicologico proposto da Dr. Riccardo Parrini su temi che avevo (o avevamo assieme a Francesco) evinto e/o teorizzato empiricamente nel nostro quotidiano, proponendo applicazioni nel contesto cestistico, ma con proiezione che può essere applicata da ognuno nel proprio “campo di gioco”).
... io lavoro nell’ intrattenimento sportivo ... un mondo dominato dalla comunicazione e dal modo in cui modelliamo toni, tempi, parole, info, scalette in base a chi abbiamo davanti ... ho trovato dunque molto stimolante il cambio di approccio, di visione o alcuni “errori” che noi tutti ciclicamente commettiamo, magari per abitudine.
Per esempio, tra le molte l’idea che tutti, ma proprio tutti, diciamo sempre ai nostri ragazzi, team o figli “affrontiamo le cose a testa alta” beh scoprirete tra qualche pagina che moltissime volte predichiamo bene e razzoliamo malissimo perché semplicemente non li mettiamo in condizione di vivere in tal senso.
Ma ora ho già rubato troppi caratteri e vi lascio alla vs “esperienza a palla”.
LORENZO PINCIROLI
Fondatore e Leader dei “DA MOVE”